I segni dei Greci e il mondo degli indigeni. Incontri, interrelazioni ed elaborazioni culturali nel santuario di Polizzello
DOI:
https://doi.org/10.4420/unict-asdf.v14i0.195Abstract
La storia delle comunità indigene della Sicilia centro-occidentale è stata troppo spesso letta in un’ottica ellenocentrica, essenzialmente tesa a cogliere nelle trasformazioni che le interessarono gli effetti della colonizzazione e gli esiti di inevitabili processi acculturanti. Superare questa visione gerarchica e “colonialista” e privilegiare un approccio che tenga conto dei tipi e dei gradi di interazione e di scambio tra genti con modelli culturali, politici e sociali differenti è indispensabile per provare a restituire un’immagine storicamente più corretta del mondo indigeno e delle tante realtà territoriali che lo costituivano. In questa prospettiva, particolare attenzione è qui rivolta ai santuari che, a partire dall’VIII sec. a.C., sorsero sulle alture di alcuni centri indigeni. Essi, infatti, furono teatro non solo di esperienze religiose, ma anche di processi di costruzione identitaria e comunitaria da un alto e di mediazione e negoziazione culturale dall’altro. In particolare, in questo articolo, si fa riferimento al santuario di Polizzello, che consente, attraverso le fasi della sua vita e mediante la contemporanea coesistenza di diverse manifestazioni di culto, di cogliere la complessità e la dinamicità di tali processi.
The history of the indigenous communities of western Sicily has too often been viewed in a hellenocentric perspective, which aimed at reading in their cultural transformations the effects of greek colonization and the result of unavoidable processes of acculturation. It is essential to overcome this “colonialist” view, in favour of an approach that takes into account of the types and the degrees of interaction and exchange between people with different cultural, political and social patterns, in order to give a more correct image of the indigenous world. In this perspective, in this paper, particular attention is paid to the indigenous sanctuaries that were built on the hills of some settlements since the VIII sec. BC. In fact, they were the “theatre” not only of religious experiences, but also of processes of making social identities on one hand and of cultural mediation and negotiation on the other. In particular, I examine the sanctuary of Polizzello, which allows us, through the stages of its life and the coexistence of different religious expressions, to grasp the complexity and the dynamism of these processes.
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