Teoria del riferimento diretto. Essenzialismo e mediazione cognitiva

Autori

  • Michelangelo Caponetto
  • Francesco Coniglione Università degli studi di Catania

DOI:

https://doi.org/10.4420/unict-asdf.v2i0.123

Abstract

A partire dai lavori di Frege, le nozioni di «senso» e riferimento hanno giocato un ruolo centrale nell'analisi semantica dei nomi propri perlomeno sino agli anni '70, quando si è affermata la cosiddetta «teoria causale del riferimento». Grazie alle ricerche di Kripke e Putnam, è prevalsa l'idea che i nomi propri e i termini di genere naturale devono essere compresi senza fare assegnamento sulla nozione fregeana di «senso». Il «vero» significato e riferimento di nomi propri e termini di genere naturale dipende unicamente dalla struttura interna degli oggetti ai quali tali termini si riferiscono ed è fissato dalla natura o dal mondo stesso. Questa proposta può essere criticata perché si appella a intuizioni «essenzialistiche» ed implica una versione molto forte di «realismo metafisico». Putnam, tuttavia, ha continuato a sottoscrivere la teoria causale del riferimento anche dopo aver abbandonato il «realismo metafisico» in favore di una versione di «realismo interno». In questo articolo ci proponiamo di mostrare che: 1) come Michael Dummett ha ripetutamente sostenuto, le scelte nell'ambito della teoria del significato determinano fortemente le opzioni metafisiche e pertanto il tentativo di Putnam di tenere insieme realismo interno e riferimento diretto va incontro a tensioni irresolubili; 2) le intuizioni realiste della teoria causale del significato comportano una problematica dissociazione tra la competenza semantica di una comunità linguistica e il presunto «riferimento oggettivo» che le proposte di Putnam e Kripke vogliono accreditare. Infine diamo alcune indicazioni per mostrare come una ridefinizione della nozione di «senso» possa superare i problemi messi in luce da Putnam e Kripke.

Starting with the works of Frege, the notion of «sense» and reference played a central role in the semantic analysis of proper names at least up to the '70s, when the so-called «causal theory of reference» gained large credit. Thanks to the research work of Kripke and Putnam, the idea prevailed that proper names and terms for natural kinds must be understood without relying on the Fregean notion of «sense». The «real» meaning and reference of proper names and terms for natural kinds depends only on the internal structure of their bearers and is fixed by nature or the world itself. This proposal can be criticized because it resorts to «essentialistic» intuitions and involver a strong version of «metaphysical realism». Putnam, however, endorses the causal theory of reference even after giving up «metaphysical realism» in favour of a kind of «internal realism». In this paper we propose to show that: 1) as Michael Dummett repeatedly claimed, choices in the theory of meaning greatly determine metaphysical insights and, therefore, Putnam's attempt to keep together metaphysical realism and direct reference comes up against insoluble tensions; 2) realistic insights involved with the causal theory of reference entail a problematic division between the semantic competence of a linguistic community and the «objective reference» postulated by Kripke and Putnam. Finally, we give some indications to point out how a redefinition of the notion of «sense» can overcome the problems pointed out by Kripke and Putnam.

Biografie autore

  • Michelangelo Caponetto
  • Francesco Coniglione, Università degli studi di Catania

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Pubblicato

02-03-2012

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