Piazza Armerina ed i suoi beni ecclesiastici. Ipotesi di fruizione per un turismo culturale

Autori

  • Rosario Trimarchi Università degli studi di Catania

DOI:

https://doi.org/10.4420/unict-asdf.v3i0.91

Abstract

Il territorio di Piazza Armerina può essere considerato come una cellula di quel paesaggio interno della Sicilia, condizionato, in un passato non lontano, da un’economia agricola poco rispondente a logiche di efficienza produttiva a causa, fra l’altro, del persistere di una rete viaria inadeguata che ne ha amplificato la marginalità geografica. La storia di questa città, caratterizzata da ruoli politici di prestigio e da una vita culturale ed economica particolarmente attiva, deve considerarsi un lungo percorso temporale scandito da una serie di eventi in cui la Chiesa, fortemente presente nel territorio, ha sicuramente avuto un ruolo predominante. La sua immagine, ancora oggi, risulta ben visibile attraverso la presenza dei numerosi edifici religiosi che si mescolano armonicamente con i sontuosi palazzi della nobiltà locale. Attraverso l’attività turistica, Piazza Armerina tende, oggi, ad uscire, seppure faticosamente, dall’isolamento e a qualificare il proprio centro storico a livello internazionale.  Il ricco patrimonio architettonico unito ai numerosi beni artistici e culturali, totalmente controllati dalla Diocesi armerina, costituisce un notevole serbatoio di risorse, al momento poco utilizzate. Un’attenta progettualità, in cui interventi pubblici si fondono con iniziative private, è in grado di attuare una profonda trasformazione di un sistema turistico locale che ha puntato, in buona sostanza, a fare conoscere nel mondo la villa romana del Casale che, sino ad oggi, ha costituito l’immagine rappresentativa della città. Il volere realizzare, attraverso la creazione di itinerari tematici a forte connotazione culturale, un museo diffuso ecclesiastico comprendente il patrimonio artistico presente nel territorio diocesano, esperienza già realizzata durante l’anno giubilare, porterebbe al rispetto dell’ubicazione originaria dei beni culturali e ad una migliore omogeneizzazione dell’offerta turistica.

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Pubblicato

01-04-2011

Fascicolo

Sezione

Articoli