Donne, danze e spettacoli nel Medioevo. Boni ludi o instrumenta diaboli?
DOI:
https://doi.org/10.4420/unict-asdf.v12i0.172Abstract
La presenza femminile nel mondo dello spettacolo fu oggetto di biasimo da parte dei legislatori laici ed ecclesiastici. Forte fu l’influenza negativa del pensiero cristiano che non solo disapprovava i contenuti, spesso osceni delle rappresentazioni, e le movenze scandalose degli addetti ai lavori, ma temeva anche pericolosi fenomeni di imitazione negli spettatori. La conseguente emarginazione, segnata da pesanti divieti legislativi, non stroncò tuttavia le attività teatrali, che godevano di un forte consenso popolare impossibile da trascurare, e non impedì che, negli ambienti privati, varie circostanze, dalle feste nuziali ai cortei funebri, dalle giostre cavalleresche ai bagordi carnascialeschi, fossero accompagnate da banchetti e danze. La battaglia che la Chiesa aveva incardinato sul rigore morale, ostile allo svago e al piacere, era destinata a essere persa. Ma il giudizio morale spesso negativo, che colpisce ancora ai nostri giorni il “mestiere” di attori, attrici e ballerine, può essere certamente riferito, almeno come retaggio culturale, a quella «lunga tradizione di condanne».
The presence of women in the world of entertainment was the subject of criticism by ecclesiastic legislators and laity. The negative influence of Christian thought was strong, that it not only disapproved the contents, often with actors’ obscene representations and scandalous movements, but also feared the dangerous phenomena of imitation in the spectators. However, the result of this marginalization, marked by heavy legislative prohibitions, did not put an end to theatrical activities, which enjoyed strong popular support, impossible to ignore. It also did not prevent banquets and dances which accompanied, in private settings, various circumstances, from weddings to funeral processions, from joisting rides to carrousels and carnival revelry. The battle of the Church that hinged on moral severity, adverse to entertainment and pleasure, was bound to be lost. But the moral judgment, often negative, even in our present day, still affects the “occupation” of actors, actresses and dancers, and it certainly can be referred, at least as a cultural heritage, to the «long tradition of convictions».
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