La Corte costituzionale “equilibrista”, tra continuità e innovazione, sul filo dei rapporti con la corte EDU
Abstract
Una volta fatta la scelta per una prospettiva metodica d’ispirazione assiologico-sostanziale al fine dell’opportuno inquadramento delle relazioni tra Convenzione europea dei diritti dell’uomo e diritto interno, lo scritto s’interroga se e fino a che punto a questa indicazione si conforma la giurisprudenza costituzionale relativa alle relazioni stesse, specie nei suoi più recenti svolgimenti. Si mettono pertanto in evidenza le perduranti oscillazioni della giurisprudenza che, in alcune sue espressioni (a partire dalla sent. n. 317 del 2009), sembra porre a base della sistemazione delle norme, convenzionali e nazionali, il criterio della più intensa tutela, mentre in altre espressioni seguita ad ambientare in prospettiva formale-astratta i rapporti in parola. Nella parte finale dello scritto, si svolgono alcune osservazioni critiche a riguardo della preclusione fatta ai giudici comuni dalla Corte costituzionale per ciò che attiene all’applicazione diretta della Convenzione, quanto meno con riguardo a taluni casi specificamente esaminati. Chiudono lo studio alcune notazioni aventi ad oggetto i riflessi di ordine istituzionale dello stato attuale delle relazioni tra Corte costituzionale e Corte EDU, nonché il significato che se ne può trarre al piano della teoria della Costituzione.
The paper, moving from a methodological remark which underlines the importance of a value based approach, explores the most recent case law of the constitutional court with regard the relationship between the European Convention of Human Rights and the national, especially constitutional, legal order. More particular the first part of the paper argues as in the last relevant decisions, the Constitutional Court, on the one hand, has combined a value based approach aimed to find the highest possible protection to the fundamental right at stake, with, on the other hand, a reaction to the new aggressive approach of the European Court of Human Rights. The second part of the paper criticizes the rigid refuse of the constitutional court, to admit, at least in certain, particular cases, that the common judge could put aside the national legislation in contrast with the European Convention of Human Rights.
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