La trasformazione delle sirene. Filosofia, simbolismo e storia naturale di un mito che racconta il mare interiore
DOI:
https://doi.org/10.4420/unict-asdf.v2019i0.233Abstract
Le Sirene offrono un caso di studio ideale per discutere gli effetti della naturalizzazione del mito. Nel corso del tempo, si assiste a una loro duplice trasformazione: nella loro morfologia e nei significati di cui sono portatrici. Dopo aver interpretato l’ideale pitagorico di armonia in cielo, i pericoli della verità in Omero, i danni dell’eresia e i disastri della sessualità e dell’innamoramento, esse divengono oggetto di studio da parte delle scienze naturali. Si giungerà così a dimostrare la loro inesistenza reale: esse sono semmai conseguenza di un inganno dovuto all’avvistamento dei lamantini. Sebbene, la storia di questa naturalizzazione del mito offra pagine divertenti e di grande interesse, il processo a cui la materia mitica viene sottoposta non porta a risultati significativi per chi nel solco di Creuzer, Jung, Hillman e della tradizione neoplatonica predilige un uso psicologico del mito nella convinzione che se la scienza parli prevalentemente di un mondo fisico ed esteriore, il mito riferisce invece di una dimensione psichica e interiore, ma non per questo meno reale.
The Sirens offer an ideal case study to discuss the effects of myth naturalization. Over time, there has been a double transformation: in their morphology and meanings of which they bring. After having interpreted the Pythagorean ideal of harmony in heaven, the dangers of truth in Homer, the damages of heresy and the disasters of sexuality and falling in love, they become the object of study by the natural sciences. In this way it will be possible to prove their non-existence: they are a consequence of a deception due to the sighting of the manatees. Although the history of this naturalization of the myth offers amusing and interesting pages, the process not lead to significant results for those who, in the wake of Creuzer, Jung, Hillman and of the Neoplatonic tradition, prefer a psychological use of myth in the conviction that if science speaks mainly of a physical and external world, the myth refers instead to a psychic and interior dimension, but no less real.
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