Palazzo del Podesta, Faenza
Title
Palazzo del Podesta, Faenza
Description
Il duecentesco Palazzo del Podestà è sempre stato per i faentini un emblema e un centro di aggregazione, ma il suo aspetto attuale è frutto quasi esclusivo dei rifacimenti di fine secolo XIX e primo ventennio del XX.
Nel 1759, su progetto di Gian Battista Campidori, venne costruito addossato al Palazzo, già esistente, un loggiato, inizialmente a un piano porticato con terrazza sovrastante poi convertito in loggiato coperto per renderlo simmetrico a quello del palazzo del Comune. È in questo momento che si realizza l'idea di trasformare uno spazio urbano informe in una piazza regolare, architettonicamente definita da loggiati simmetrici a guisa di quinte scenografiche seguendo così un concetto tipicamente settecentesco.
Dopo poco più di un secolo, presentando problemi statici, il loggiato viene rifatto su progetto dell'ingeniere Achille Ubaldini, che ripropone la loggia in forma classica ad imitazione di quella del Comune (già ricostruita nel 1859) per armonizzare la piazza. Durante questo rifacimento, Ubaldini, scopre tre grandi pentafore e una trifora nel palazzo del Podestà, questa scoperta porterà contrasti e discussioni che porteranno al collocarle nel Palazzo Comunale e sostituire le originali con delle copie.
Nel 1901 si dà inizio ai lavori di restauro che interessano principalmente il salone dell'Arengo e le finestre affacciate sulla piazza. I lavori durati in più riprese dal 1901 al 1911 si sospendo e sono messi da parte con il sopraggiungere della Prima Guerra Mondiale. Passata la guerra, nel 1921 sotto l'impulso del podestà Alpi, venne incaricato l'ingeniere Guido Zucchini di Bologna di elaborare un progetto di recupero del Palazzo. Da qui nascono varie discussioni e un acceso dibattito che dura per anni sulla datazione del palazzo e della merlatura ghibellina che si vuole ristabilire sul loggiato.
Nel 1925 il progetto di Zucchini, che prevede la demolizione di tre corpi di fabbrica addossati alla vecchia scala e prospiciente la piccola piazzetta Biffi per consentire la luce completa al palazzo, viene approvato.
Nel 1926, col benestare della Giunta delle Belle Arti, si procede con la demolizione, il ripristino della merlatura ghibellina e l'apertura della trifora e delle tre pentafore che danno sulla piazzetta.
Negli anni successivi sia il loggiato che il palazzo subiranno altri lavori di miglioramento per armonizzare e valorizzare i lavori di restauro eseguiti negli anni precedenti.
Di sicuro, del vecchio palazzo del Podestà risalente al duecento è rimasto ben poco ma l'alterazione visiva dello stabile è ampiamente compensata dalla scenografia del doppio loggiato contrapposto che eleva la piazza faentina alla stregua di quelle più importanti italiane.
Il Palazzo è oggi sede di eventi, mostre e manifestazioni.
Nel 1759, su progetto di Gian Battista Campidori, venne costruito addossato al Palazzo, già esistente, un loggiato, inizialmente a un piano porticato con terrazza sovrastante poi convertito in loggiato coperto per renderlo simmetrico a quello del palazzo del Comune. È in questo momento che si realizza l'idea di trasformare uno spazio urbano informe in una piazza regolare, architettonicamente definita da loggiati simmetrici a guisa di quinte scenografiche seguendo così un concetto tipicamente settecentesco.
Dopo poco più di un secolo, presentando problemi statici, il loggiato viene rifatto su progetto dell'ingeniere Achille Ubaldini, che ripropone la loggia in forma classica ad imitazione di quella del Comune (già ricostruita nel 1859) per armonizzare la piazza. Durante questo rifacimento, Ubaldini, scopre tre grandi pentafore e una trifora nel palazzo del Podestà, questa scoperta porterà contrasti e discussioni che porteranno al collocarle nel Palazzo Comunale e sostituire le originali con delle copie.
Nel 1901 si dà inizio ai lavori di restauro che interessano principalmente il salone dell'Arengo e le finestre affacciate sulla piazza. I lavori durati in più riprese dal 1901 al 1911 si sospendo e sono messi da parte con il sopraggiungere della Prima Guerra Mondiale. Passata la guerra, nel 1921 sotto l'impulso del podestà Alpi, venne incaricato l'ingeniere Guido Zucchini di Bologna di elaborare un progetto di recupero del Palazzo. Da qui nascono varie discussioni e un acceso dibattito che dura per anni sulla datazione del palazzo e della merlatura ghibellina che si vuole ristabilire sul loggiato.
Nel 1925 il progetto di Zucchini, che prevede la demolizione di tre corpi di fabbrica addossati alla vecchia scala e prospiciente la piccola piazzetta Biffi per consentire la luce completa al palazzo, viene approvato.
Nel 1926, col benestare della Giunta delle Belle Arti, si procede con la demolizione, il ripristino della merlatura ghibellina e l'apertura della trifora e delle tre pentafore che danno sulla piazzetta.
Negli anni successivi sia il loggiato che il palazzo subiranno altri lavori di miglioramento per armonizzare e valorizzare i lavori di restauro eseguiti negli anni precedenti.
Di sicuro, del vecchio palazzo del Podestà risalente al duecento è rimasto ben poco ma l'alterazione visiva dello stabile è ampiamente compensata dalla scenografia del doppio loggiato contrapposto che eleva la piazza faentina alla stregua di quelle più importanti italiane.
Il Palazzo è oggi sede di eventi, mostre e manifestazioni.
Geolocation
Citation
“Palazzo del Podesta, Faenza,” Accademia di belle arti Catania, accessed December 24, 2025, https://ojs3.unict.it/omeka-3.2/items/show/72.