Territorio e de-industrializzazione in Sicilia. Un contributo alla rilettura del paesaggio industriale nelle aree dismesse
DOI:
https://doi.org/10.4420/unict-asdf.v3i0.92Abstract
La dismissione industriale si è presentata in Sicilia, sino agli anni Novanta del Novecento, come fenomeno quasi esclusivamente urbano, localizzato nelle aree portuali e nelle periferie di fine Ottocento delle città più grandi, facilmente individuabile attraverso la presenza di vecchie aree produttive ormai inutilizzate. Nell’arco degli ultimi cinquant’anni la presenza delle attività industriali nell’isola si è caratterizzata per l’esistenza di pochi poli extraurbani dalle grandi dimensioni, localizzati nelle aree di Augusta, Termini Imerese, Milazzo e Gela. Il saggio analizza l’impatto attuale dei processi globali di trasformazione dell’economia sull’attività dei grandi insediamenti produttivi dell’isola, tutti progressivamente destinati ad andare incontro alla chiusura degli impianti. Appare chiara, dall’analisi dei dati e dell’impatto sul territorio, la drammatica dimensione assunta dal problema delle dismissioni industriali. L’inquinamento, oltre a rappresentare la triste eredità lasciata in Sicilia dal sogno della grande industria, è diventato il nodo prioritario da sciogliere non solo per arrivare ad un’integrale bonifica ambientale, ma anche per il recupero, economico e culturale, di quelle porzioni di territorio occupate, ormai da tempo, da numerosi relitti industriali.
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