I luoghi della memoria a Roma in età repubblicana: templi e archivi
DOI:
https://doi.org/10.4420/unict-asdf.v3i0.78Abstract
Templi e archivi, due tipologie dell’organizzazione e gestione della cultura scritta nella Roma repubblicana, vengono studiati, a partire dal V secolo a.C., attraverso l’esame delle componenti documentarie. In età repubblicana alcuni templi, divenuti sede privilegiata di deposito di atti pubblici, assunsero, per la notevole giacenza documentale, sempre più la fisionomia di archivi. Non tutte le aedes ebbero, per la preziosità dei beni custoditi, uguale rilevanza. Quelle consacrate a divinità, quali Giove, Saturno, Cerere, oggetto di particolare culto e all’apice della gerarchia politeistica, divennero veri e propri archivi di stato. Dall’importanza riconosciuta alla documentazione scritta scaturì, inoltre, l’esigenza di un apparato conservativo razionale, organizzato e gestito da quaestores e aediles, sui quali ricadeva la responsabilità di una corretta fruizione. L’ampliamento territoriale di Roma ed il diversificarsi dei rapporti internazionali portarono, in età imperiale, ad una evoluzione dei sistemi di conservazione e trasmissione della memoria: gli archivi assunsero, infatti, nuove e ben diverse connotazioni.
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