La fabbrica del consenso. Il contributo dell’arte negli anni del regime fascista
DOI:
https://doi.org/10.4420/unict-asdf.v2019i0.231Abstract
Molti sono, ancora oggi, gli interrogativi che riguardano la natura del fascismo e il suo significato nella storia contemporanea e, tra questi, uno di particolare interesse riguarda l’esistenza o meno di una cultura fascista. Per tentare di dare una risposta a tali quesiti, oltre le istituzioni educative, occorre prendere in considerazione alcune espressioni culturali diffusamente utilizzate dal regime per costruire il consenso politico, quali l’arte, il cinema, il teatro e l’architettura, in quanto l’ideologia fascista, piuttosto che essere elaborata in teorie scritte fu quasi sempre espressa «esteticamente».
There are many questions concerning the nature of fascism and its meaning in contemporary history. One of particular interest is the existence of a fascist culture. To attempt to answer these questions, beyond educational institutions, it is necessary to take into consideration all the cultural expressions used by the regime to build political consensus. Art, cinema, theater and architecture contributed to the spread of fascist ideology, through the aestheticization of politics.
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